In partenza per il Perù
Com’era possibile, 40 anni fa, seguire la complessità di un viaggio in tutti i suoi aspetti senza avere a disposizione l’odierna tecnologia che assicura informazioni e comunicazioni in tempo reale?
Novembre 1984 e un gruppo di 38 persone in partenza per un Tour del Perù. Il volato è Air France, Verona/Parigi/Lima. Il giorno prima del decollo, un’improvvisa e violenta tempesta di neve paralizza l’aeroporto di Verona. Rapido consulto con la Compagnia aerea, benestare raccolto telefonicamente da tutti i viaggiatori e decidiamo di far raggiungere Parigi con treno notturno in partenza la sera stessa. Il sollievo dura l’arco di una notte.
Con una chiamata alle 06.00 del mattino, il capogruppo ci comunica che il treno è fermo alla stazione di Rovato. Il capostazione gli ha concesso di usare il telefono del suo ufficio per informarci sulla situazione: si procederà pochi metri alla volta – impossibile fare previsioni – nevica ancora. Lo invitiamo a rimanere sul treno e a tenerci aggiornati ad ogni stazione “guadagnata”. Lavoriamo febbrilmente per trovare una soluzione. Quella di far scendere la comitiva e trasportarla in autopullman a Parigi non è percorribile, le strade sono impraticabili. Capiamo che è indispensabile arrivare in treno almeno fino a Briga, superando così il passo più ostico, per poi proseguire con un bus svizzero. Ma Parigi è ormai troppo lontana e risulta evidente che, anche se tutto andasse secondo il nostro piano, il tempo non sarebbe sufficiente.
Lionella e Patrizia di Air France si mettono a disposizione senza limiti di orario e di inventiva… “Se è assodato che a Parigi non ci arrivano, possono forse arrivare a Ginevra – Noi vediamo di farci autorizzare un imbarco senza biglietto per il volo Ginevra/Parigi,… voi cercate il pullman, che ne dite?”
Intanto il nostro treno, lentamente, procede. Chiamiamo tutte le stazioni lungo il percorso e monitoriamo i tempi. Con il nostro potente TELEX scriviamo a tutti gli autotrasportatori svizzeri della zona. Ci risponde solo la Danzas di Briga. In realtà si occupano di merci, ma, vista la situazione, vogliono aiutarci. Conoscono un esperto autista, vedranno di convincerlo a tentare l’impresa!
Sono quasi le 15.00 quando il gruppo arriva a Briga e sale sull’autopullman locale. Le ragazze di Air France riescono a far ritardare il volo Ginevra/Parigi di un’ora. Più di così non si può, si comprometterebbero le coincidenze intercontinentali.
L’aeroporto di Ginevra scalpita, vuol sapere esattamente dove si trova il gruppo. Simuliamo una telefonata dell’autista per confermare l’arrivo entro un quarto d’ora. Il gruppo ci dirà poi di essere stato scortato per gli ultimi chilometri dalla polizia aeroportuale svizzera andata loro incontro!
Quando, la sera tardi, riusciamo ad avere la certezza che il gruppo è partito da Parigi per Lima è un’emozione indescrivibile condivisa fra tutti gli attori di questa avventura.
Certo, erano tempi diversi. Le attuali normative sulla sicurezza non consentirebbero soluzioni così ardite. Ci pare chiaro, però, il forte e risolutivo ruolo giocato da una componente che andrebbe rivalutata (anche in tempi di tecnologia!) e che noi chiamiamo Il Fattore Umano.