Friuli-Venezia Giulia, la mia terra del cuore
Amo viaggiare. Avrei sempre la valigia pronta. Tutto quello che non conosco vorrei conoscere, tutto quello che non ho visto vorrei vedere. Tutti i popoli del mondo possono darmi qualche cosa, mi incuriosiscono i loro costumi, la loro vita, le loro case, le loro abitudini. Victor Hugo ha detto che ”viaggiare è nascere e morire ad ogni istante”, ed è veramente così: tutto il nuovo ti apre a nuove visioni, e non ti basta mai: vuoi ancora di più. Mi sento cittadina del mondo, ma amo la mia terra, la mia regione, il Friuli – Venezia Giulia dove ho tanto a disposizione, i monti, le colline, il mare, le città e i paesi ancora a misura d’uomo. E amo le tradizioni e i contrasti che ci sono tra i vari territori, tra le sue genti. Amo i prodotti del suo territorio, dai campi al mare. Amo la sua cucina che ha in tante cose la cultura della semplicità dei prodotti usati, a volte cucina “povera” ma gustosa, con quello che la terra offre, con le influenze contadine e dei pescatori, asburgiche e slovene. Amo gli ottimi vini, e capisco le battaglie che si sono fatte a volte sui nomi di alcuni di essi. Per restare in equilibrio tra il Friuli e l’Isontino, vorrei raccontarvi di due piatti tipici, e di antica tradizione, semplici negli ingredienti, e gustosi nei sapori. Nell’Isontino si mangia la JOTA, un piatto generalmente invernale, di antichissima tradizione, che è ancora più buono se degustato e riscaldato il giorno dopo. Le ricette possono variare anche da famiglia a famiglia, ma generalmente gli ingredienti sono i “capuzi garbi” (cavolo cappuccio acido) o la repa ( rapa messa a maturare nelle vinacce), fagioli messi a bagno la sera prima, uno spicchio d’aglio che poi va tolto, patate sminuzzate, sale, pepe, olio extravergine, foglie di alloro, qualche cubetto di pancetta o di salsiccia o di cotica di maiale, un po’ di brodo vegetale, tutto cotto a lungo e un po’ denso. In Friuli un piatto tipico è il FRICO, un piatto rurale con pochi ingredienti: olio, cipolla a cubetti, patate sbucciate grattuggiate che vengono aggiunte alla cipolla e infine striscioline di formaggio a pezzetti (striscioline della lavorazione del formaggio, non pezzi di formaggio ). Il tutto assieme in pentola, rigirato a metà cottura, come una frittata. In entrambi i casi il gusto è pienamente soddisfatto, e con un bicchiere di vino locale, come piatto unico possono bastare.