Da dove è partita la Cina
Molti anni fa ho viaggiato in Cina. Erano altri tempi, un altro mondo, un’altra Cina. La Cina era uscita dal periodo del “grande balzo in avanti” di Mao Zedong, dalla collettivizzazione delle campagne che aveva portato ad un’ ecatombe di morti per fame, era nel periodo della “rivoluzione culturale” arrivata dopo il 1966, che doveva traghettarla economicamente verso la Cina dei nostri giorni ed il boom demografico, economico e sociale che oggi conosciamo.
I contadini si stavano piano piano risollevando dall’indigenza e, se pur iniziando una nuova esistenza, con meno privazioni, erano ancora poveri, ma gli anziani che avevano vissuto tempi peggiori sembravano sereni, quasi felici.
Ora la Cina è un’altra cosa, anche nelle campagne, di solito, c’è un po’ di benessere e di emancipazione. Nelle città abbondano luci, tecnologia, edifici, modernità. Quello che in quei tempi mi aveva colpito erano i piedini delle donne anziane e il Kang. Ho visto scarpine grandi non più di 5 centimetri. Ho visto vecchie cinesi camminare a piccoli passi con sicurezza ma quasi traballanti. Per fortuna il malaugurato costume di rovinare i piedi alle bambine è scomparso. Mi hanno raccontato che, in passato, la bellezza di una donna era nei piedi: più piccoli erano maggiormente sarebbe stata apprezzata. Con i piedi normali nessuna avrebbe trovato marito. Quindi alle bambine verso i 2/3 anni ripiegavano le dita dei piedi fino a porle sotto la pianta, fasciavano ben stretto fintanto che le ossa si rompevano e le due parti del piede si fondevano in una sola. Immaginate il dolore! Questi piedini chiamati “loto d’oro’ o “giglio d’oro” erano considerati una appendice erotica.
Un’altra cosa che mi ha colpito è stato il Kang. Sostanzialmente è una piattaforma di mattoni, rialzata da terra di circa 1 metro, 1 metro e mezzo, racchiusa da tre muri perimetrali dell’abitazione, profonda circa 2 metri. La parte superiore è liscia, e sotto il Kang c’è una apertura dove viene acceso il fuoco che riscalda tutta la struttura. A cosa serve il Kang? E’ il cuore di tutta la casa, casa che, di solito ,era nelle campagne costituita da un unico locale. Poche altre cose erano presenti nella stanza, un ripiano o una sedia e poco più. Su un lato del Kang poteva starci, a volte, una specie di fornello che era il posto dove cucinare.
Sul Kang si viveva durante il giorno: anziani e bambini assieme, ospiti in visita seduti sopra; si preparavano impasti e cibi. Alla sera, dopo aver posato sul Kang una stuoia, tutta la famiglia lo usava come letto : bambini, anziani, nuovi sposi, uno a fianco dell’altro. In questo modo rimanevano al caldo sul tepore dei mattoni quando in molte regioni il freddo era intenso. Ma ci sono stati periodi in cui non esisteva niente da bruciare, ed anche il kang non riscaldava le pance vuote di chi doveva dormirci sopra. Oggi quello che stupisce in Cina è girare tra grattacieli avveniristici e non immaginare più da dove la Cina è partita.